Il mondo di Safet Zec

 

Jurij Paljk, in "Safet Zec, Con-divisioni", published by l'Abbazia di Rosazzo, 2001.

 

Ci sono pochi artisti europei contemporanei dei quali si potrebbe parlare cosi a lungo come di Safet Zec e ci sono poche opere artistiche delle quali si puo dire così poco come delle opere di Zec perché parlano già abbastanza da sole, perché sono già esse stesse il racconto vero e la spiegazione più appropriata dell'arte figurativa di Safet Zec. Non è che non si possa parlare dell'arte convincente e nello stesso tempo splendente di Zec, eccome se ne può parlare!, tuttavia sia la sua grafica che la sua pittura inducono lo spettatore al silenzio ed alla profonda riflessione che passa per la sincera e disinteressata ma nello stesso tempo profonda, vera ammirazione.
Sia il silenzio che la riflessione non fanno più parte del nostro mondo, del mondo in cui ci è dato di vivere, nell'Occidente. Ed è forse proprio in ciò che bisogna leggere e cercare da un lato il successo del nostro artista e dall'altro il suo profondo cd incolmabile distacco dall'arte contemporanea o da quello che si vuole presentare oggi come tale.


Di Safet Zec si può dire qualsiasi cosa, si può apprezzare la sua arte, il suo linguaggio artistico oppure no, ma una cosa devono, dobbiamo ammettere tutti, sia i suoi numerosissimi ammiratori sia quei pochi ai quali non è dato di apprezzare il suo mondo artistico: per Safet Zec la pittura, l'arte figurativa tutta, è una cosa seria, è un processo vitale che ha solide basi nei grandi maestri e nelle loro opere del passato ed ha le radici nelle varie tecniche pittoriche che il nostro artista conosce fino alla perfezione.
Da discendente di artigiani è diventato da solo sia un eccellente artista che un eminente artigiano che conosce tutti i mezzi dell'arte figurativa di ieri e di oggi e da bravo e serio, diligente artigiano ha un rapporto vero con la materia che usa per fare un quadro, che usa per fare un foglio grafico, una stampa, una tecnica mista, anche uno schizzo.
Il rapporto che Safet Zec ha con i mezzi a disposizione traspare nelle sue opere che sono contrassegnate da una tecnica suprema, quasi maniacale, sicuramente perfetta, tante volte cosi dolorosamente perfetta da lasciare lo spettatore senza respiro. Il nostro artista è uno dei pochi grandi artisti di oggi che usa sia la tempera, gli olii, le tecniche miste, l'acquarello, che la matita, i pastelli e tutti gli altri mezzi pittorici tramandatici dai grandi artisti del passato. Il suo rapporto serio e privilegiato con la tecnica ci racconta della sua totale dedizione all'arte figurativa, la sua storia di vita dedicata alla pittura, alla grafica ed all'immagine, al segno, alla pittura nel vero senso della parola. Nel mondo contemporaneo dove tutto o quasi tutto è effimero, la pittura e l'arte di Safet Zec spiccano come pilastri che sono piantati saldamente nel passato ma che parlano a noi, con noi e di noi.
E' vero. Della pittura e dell'arte di Safet Zec è molto difficile parlare, sia perché parla da sola sia perchè ti toglie il respiro con l'apparente semplicità del suo linguaggio e della sua tecnica perfetta, sia perché tratta temi e soggetti dei quali non siamo più abituati a parlare, dei quali portiamo dentro di noi ricordi che non trovano più il nesso con la nostra banale quotidianità dove tutto scorre, dove tutto ci sfugge, dove tutto si muove e niente si muove, dove tutto è fatto solo per adesso e niente fatto per dopo, dove è tutto in funzione di...
La pittura di Safet Zec non è in funzione di nessuno e di niente, la sua arte è prima di tutto una maestria di tecnica e di genio, è un racconto della vita di un' uomo che è si speciale sia per la sua storia personale che per i talenti che gli sono stati donati nella culla alla nascita, che per la lunga e piena, assoluta dedizione allo studio delle arti figurative ed al lavoro silenzioso, ma è anche comunicazione, una continua, seria e disinteressata ricerca del prossimo.

Il pane di Safet Zec parla, dimesso sul tavolo, con la sua proverbiale semplicità; letteralmente urla con il suo disarmante silenzio nel e del nostro tempo ed è già di per sé bello ed è di per sé semplice, come semplice è la vita. Quella vera.
Come uomo che cerca di essere cristiano in questo mondo frantumato dove niente ha più valore e perciò tutto, ma proprio tutto chiama i valori; come uomo tante volte senza la Grazia e preso per questo nel vortice dei dubbi dell'uomo contemporaneo, rimango sempre in silenziosa ammirazione davanti al pane di Safet Zec e riesco ad immaginare ed anche a cogliere il mistero della Santa Eucaristia. Come uomo che ha il privilegio e non il merito di vivere in un mondo dove sicuramente possono mancare i valori che il pane richiama, ma certo non manca il pane, rimango in silenzio davanti al pane di Zec. E dal silenzio manca solo un passo alla riflessione. Il pane di Zec lo compie per me e con me. La mano dolce, decisa e morbida nello stesso tempo del maestro fa il resto.
Il pane come La vita e come Il valore.

Perché la rappresentazione artistica del pane di Safet Zec trascende dall'apparente bellezza ed oggettività del pane nel mondo dei valori veri, nel mondo dei simboli che sono stati simboli ieri, lo sono oggi e resteranno tali per sempre. Perché l'uomo ha bisogno di pane ma ha bisogno anche di valori e di simboli, ha bisogno dell'arte di Zec, dell'arte vera che ha il coraggio di non avere pretese e non vuole convincere nessuno, ma con la sua semplicità, la sua perfezione ed anche con la sua disarmante e silenziosa bellezza parla oggi all'uomo e gli parlerà anche domani. Perché l'arte di Safet Zec è come ogni arte vera: è universale. Il ricordo e la tradizione dei grandi maestri dell'arte figurativa del passato sono presenti nella pittura di Safet Zec, l'apparente semplicità dei soggetti dipinti da Zec è molto più contemporanea e moderna di quanto osiamo ammettere davanti ai suoi quadri ed ai suoi eccellenti fogli grafici.
Mi sono permesso un “dialogo” apparentemente impossibile, ma fecondo e vero, profondo, semplice e nello stesso tempo più che un gioco. Un “dialogo” che la dice lunga sull'arte del Safet Zec e sulla sua appartenenza a quella tradizione artistica dei grandi che ha fatto dell'arte figurativa l'arte con la A maiuscola. A casa ho messo sul muro molto vicini i miei Safet Zec, le sue stampe, ed una perfetta riproduzione della pittura rinascimentale di uno dei più grandi di tutti i tempi. Ancora oggi stanno vicini. E si parlano, eccome se si parlano! Due epoche diverse, due mondi diversi, due maestri diversi, forse è diverso anche il linguaggio, ma l'arte è la stessa. Perché è arte. Sul muro, a casa mia, Masaccio parla tranquillamente con Zec.
E' una meraviglia ascoltarli tutti e due!
Quando parlano insieme e quando parlano da soli. Bello, veramente bello!
Provare per credere.


Il mondo rappresentato da Safet Zec è bello perché è vero, perché non urla e non vuole parlare a tutti i costi, ma è li: la bravura del maestro sta nel rappresentare e nel dipingere ma anche nello scegliere come e cosa rappresentare, nel comunicare con il silenzio e con un linguaggio dimesso e semplice ma nello stesso tempo perfetto, curato, scelto, come si addice ai grandi maestri, scelti, consacrati all'arte ed all'uomo.
Se possiamo dire che la pittura di Safet Zec e la sua grafica si distinguono per una tecnica superba, per la maestria che pochi oggi riescono a realizzare, altrettanto si può dire del mondo rappresentato dal maestro. Il suo mondo è anche il nostro, sia perché ce ne fa dono nei suoi quadri e nelle sue stampe, sia perché lo portiamo dentro da sempre, essendoci stato tramandato dai nostri genitori e a loro dai nostri avi.
E' per questo che Safet Zec dipinge e disegna le finestre aperte e chiuse, i fiori sulle finestre, i cari gerani, le case e di nuovo care case, quelle semplici e quelle ricche, sempre case, di una semplicità disarmante, fatte di pietra o di mattoni, sempre case, le facciate del1e case che sono come i volti delle persone, perchè hanno la storia scritta in faccia, le strade brevi e lunghe, quelle da percorrere e quelle percorse, quelle che portano nel mondo, ma soprattutto quelle che portano a casa, ed i muri, splendidi, semplici muri, fatti dall' uomo, le nature morte che morte proprio non sono, gli interni di case e finalmente, quando l'artista ha detto tutto o quasi sull' uomo non mostrandolo ma rappresentando, dipingendo la sua presenza, il maestro finalmente osa e dipinge, disegna l'abbraccio, le mani, l'uomo, fino ad approdare ad un punto tale della maturità artistica da poter rendere omaggio al suo maestro e padre artistico, come egli stesso lo chiama, al grande Rembrandt.
E' un incontro tra grandi.
Quando si rimane senza parole perché le parole non servono. Rimane solo lo spazio per l'ammirazione, per il silenzio, per la riflessione, per la preghiera.

Questo è il mondo di Safet Zec.